La cura dei piccoli

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lunastorta;
view post Posted on 27/3/2011, 14:48




Quando le piccole tartarughe escono dalle uova è opportuno metterle in un terrario (o tartarugaio). In natura, ovviamente, rimangono in libertà ma nei nostri giardini è meglio confinarle in uno spazio dove possano essere maggiormente protette e dove avremo la possibilità di nutrirle di più. La mortalità delle piccole in natura è molto alta: circa il 50% muoiono entro il primo anno di età, mentre in cattività, grazie ai nostri accorgimenti, possono sopravvivere quasi tutte. Di solito nascono nei primi giorni di Settembre periodo in cui, dovremo osservare attentamente il terreno per poterle scovare e per evitare che finiscano schiacciate sotto i nostri piedi. L'ideale sarebbe individuare dove la femmina depone le uova per poterne recintare il punto in modo tale che, quando le uova si schiuderanno, i piccoli rimarranno nel recinto e noi non avremo problemi a trovarle e a trasferirle subito in un tartarugaio.

Quando delimitiamo il punto dove si trovano le uova, stiamo attenti che la nostra recinzione non impedisca l'arrivo dei raggi solariLe misure della loro prima casa devono essere proporzionate al numero dei piccoli: 4-5 si troveranno bene in uno spazio di almeno 1 x 1 metri, se i piccoli aumentano devono aumentare anche le misure della nostra costruzione. Possiamo costruire il tartarugaio con dei pannelli di legno oppure, recintare una piccola parte del nostro giardino. Il tartarugaio deve possedere un fondo di terra ed alcuni rifugi dove le tartarughine si possano infilare. Le pareti devono essere alte almeno 50 cm in quanto tutte le tartarughe hanno un' inaspettata capacità di scavalcare gli ostacoli anche molto più grandi di loro. Salgono, ad esempio, una sopra l'altra o sui tetti delle loro casette diminuendo così il dislivello delle pareti: dovremo infatti porre le casette al centro del tartarugaio.


I piccoli tentano sempre di trovare una via di fuga dalla loro nuova casa perlomeno nei primi periodi, cercando di arrampicarsi per ore sui lati ritrovandosi, spesso, a pancia all'aria. Inoltre il tartarugaio deve essere posizionato in modo che possano arrivarci direttamente i raggi del sole conservando, allo stesso tempo, delle zone d'ombra. Naturalmente più arrichiremo di particolari il nostro tartarugaio più di gradimento sarà per noi e per i nostri animali, quindi se lo spazio è sufficente potremo inserire delle piantine, sassi, una zona di foglie secche ecc. La scodellina dell'acqua deve essere scelta di pochi millimetri di profondità perché, le piccole tartarughe, tendono a buttarsi dentro e potrebbero affogare se l'acqua fosse troppo alta. Potrete trovare diverse foto di tartarugai nella pagina intitolata "i tartarugai".

L'alimentazione è identica a quella degli esemplari adulti, naturalmente avranno delle difficoltà con cibo di grosse dimensione come un pezzo di mela o un pomodoro intero: quindi spezzettiamo per loro i frutti.

Chi vuole tenere il tartarugaio dentro casa si deve preoccupare che abbia un'adeguata illuminazione e riscaldamento. Collochiamo il tartarugaio in una posizione dove sia possibile un'abbondante esposizione ai raggi solari altrimenti provvederemo con l'acquisto ed il posizionamento di apposite lampade: le più indicate sono quelle che emettono lo spettro completo di radiazioni, compresi i raggi ultravioletti. Per il riscaldamento è utile l'utilizzo di lampade a raggi infrarossi. Ricordiamo che il riscaldamento non deve essere uniforme per tutto il terrario, le tartarughe devono avere la possibilità di scegliere la temperatura più adatta in ogni momento della giornata. Alcuni utilizzano per il riscaldamento delle resistenze elettriche poste in profondità sul fondo del contenitore. Chi utilizza questi sistemi artificiali dovrebbe cercare di ricreare l'alternanza luce-ombra e le variazioni delle temperature tra il giorno e la notte e tra le stagioni come avviene in natura. Ricordo che portare il tartarugaio dentro casa è giustificato solo a coloro che abitano in zone particolarmente fredde come nel nord-Italia ma non dovremo farlo per nostro divertimento in quanto è difficilissimo riprodurre le perfette condizioni climatiche caratteristiche di gran parte del territorio italiano.

I piccoli crescono in fretta e già dopo un anno noteremo che le loro dimensioni sono pressoché raddoppiate e che il loro spazio comincia a stargli stretto. Ai due anni la loro corazza è abbastanza resistente da consentirci di metterle insieme alle altre. Spesso crescendo di misura riescono più volte a fuggire dal loro tartarugaio: quelle che ci riescono prima e con più frequenza saranno le prime che potremo liberare. A questo punto il problema sta nel fatto che essendo ancora di ridotte dimensioni le potremo perdere di vista anche per giorni, diamogli quindi da mangiare ogni qual volta le individuiamo.

Rilascio in natura
Chi decidesse di liberare le tartarughe in territori aperti deve assicurarsi che la zona sia compatibile con le loro caratteristiche di vita. Sarebbe una pazzia, ad esempio, portarle in un bosco di montagna solo perchè ci sembra un bel posto: le basse temperature renderebbero loro la vita difficile e forse impossibile. La soluzione migliore è, come facilmente prevedibile, conoscere un posto abitato da tali animali.
 
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